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venerdì 17 febbraio 2017

Ma il miele è vegan?

Avevo voglia di biscotti, ma seguendo il consiglio del mio guru Michael Pollan, piuttosto che comprarli, preferisco farmeli da sola. Di solito, quando mi avventuro in ricette improvvisate, i risultati sono spesso disastrosi, ma questa volta la ricetta non era propriamente improvvisata; infatti ho preso spunto rivisitando questa ricetta. Ora, non è che io sia vegana o roba simile, però non ho mai burro o latte in casa, perché semplicemente non ne uso e perciò cerco spesso dolci vegani per non dover alzare le chiappe dalla sedia e comprare gli ingredienti giusti. Purtroppo però, non ve lo nascondo, i dolci vegani spesso sono qualcosa di terribile - vedi la figuraccia che ho fatto servendo ai miei amici una torta al cioccolato vegana... Era così pastosa che si faceva fatica a mandarla giù! Vi giuro, l'avevo cotta! - ma ci sono le dovute eccezioni! Tipo questi biscottini velocissimi (meno di mezz'ora tra impasto e cottura), che considerando la mia sostituzione dello zucchero con del miele non credo siano più vegani come da ricetta originale. Ma chi se ne frega. Assolutamente da provare! Friabili al punto giusto nonostante siano fatti quasi di aria! E SENZA OLIO DI PALMAAAAAA666!!

Ingredienti
- 180 gr di farina 00
- 2 cucchiaini colmi di miele
- 45 gr di olio di semi di girasole
-45 gr di acqua
- un pizzico di sale
- una puntina di bicarbonato
- 100 gr di cioccolato come vi pare

Procedimento
Mischiate a caso tutti gli ingredienti finché non ottenete una palla informe di frolla. Fate delle palline con le mani (???????), schiaffatele su una teglia, schiacciandole bene. 180°, 20 minuti, ma pure meno. Ed eccoli!

Erano di più, ma purtroppo li ho mangiati.





giovedì 16 febbraio 2017

Netflix is love, Netflix is life #2: Cooked


Come ben sapete, ultimamente l'alimentazione è una mia ossessione. Certo, io sono arrivata ormai ad un punto di non ritorno. L'ho ben capito dopo che una volta ho fatto l'errore - o forse l'errore è stato il suo?- di fare la spesa in compagnia del mio ragazzo: per me fare la spesa è una continua lettura di etichette, di ripensamenti e di prodotti da rimettere apposto perché "no, questo schifo industriale non fa più per me!". Tra i sospiri impazienti della mia dolce metà e i miei giramenti di maroni perché nessuno capisce quanto importante sia per me fare la hipster e rompere le palle su certe cose, ho capito che, aimé, forse avrei dovuto tenere la mia passione per il cibo non industriale per me. Ma poi, l'illuminazione: Netflix mi ripropone per l'ennesima volta questo documentario (tra l'altro sempre schifato). Leggo la descrizione e non potete capire che felicità nel vedere che a fare da narratore a questo fantastico viaggio culinario ci fosse Michael Pollan, autore di In difesa del cibo, libro che ho adorato.
Cooked è un documentario diviso in 4 puntate da 1 ora circa; le puntate prendono il nome dai quattro elementi che servono a trasformare le materie prime in cibo: fuoco, acqua, aria e terra. Io l'ho trovato incredibilmente interessante (ma io sono noiosa e mi piacciono i documentari). Non vi aspettate un pippone però su quanto faccia male lo zucchero e l'industria! Cooked è solo un viaggio all'origine del nostro strano modo di alimentarci (molti degli alimenti da noi consumati sarebbero per noi immangiabili senza cottura). Un viaggio in America, India, Marocco e Sud America per scoprire come e perché certi alimenti vengano mangiati proprio così e perché risultino particolarmente appetibili ai nostri occhi.
Cooked è da divorare in una sola notte.